I Chemigrams non sono una serie di opere ma un movimento interiore che scaturisce dalla riflessione dell’artista sul tema dell’inconscio e dell’immaginazione. Immagini quasi astratte che sono la metafora dei sogni a occhi aperti: la facoltà, secondo Freud, di esprimere la nostra immaginazione in età adulta una volta abbandonati i giochi dei bambini.
Per ottenere queste suggestioni Margherita Chiarva non si è affidata alle tecniche di fotografia tradizionale ma alle ombre, alla manipolazione e al trattamento chimico della superficie della carta per “scrivere” le immagini sulle polaroid. Un processo che porta ad avere un‘opera sempre unica, un originale che nemmeno l’artista potrebbe mai replicare, in quanto non nasce a partire da un negativo.
“Trovo triste il fatto che la maggior parte delle fotografie che vengono prodotte oggi non verranno mai stampate. La fotografia è diventata istantanea, transitoria. Le immagini sono destinate a essere viste una volta e poi dimenticate”. MC
Attraverso la stampa, l'immagine acquisisce una bellezza tattile e un senso di permanenza. Nelle Polaroid in particolare l'esposizione alla luce che produce l'immagine e il processo che genera l'oggetto fotografico avvengono simultaneamente. La fotografia è un'immagine, ma anche un oggetto, tangibile e fisico, che viene a trovare la sua collocazione nello spazio e nel tempo.
“L'artista lavora alla sua fantasia come mezzo di sublimazione, in una forma socialmente accettata come fare arte”.
La creatività in psicoanalisi è spesso stata trattata come processo alternativo alla nevrosi, un meccanismo di difesa che dà la possibilità all'artista di trasformare le fantasie in creazioni artistiche invece che sintomi. L'inconscio gioca un ruolo fondamentale nell'atto di questa creazione. Creando le opere vengono utilizzati dei meccanismi di difesa come il riassunto e la rimozione dei pensieri più inconsci esattamente come avviene nei sogni.
“I sogni non sono tentativi di nascondere i tuoi veri sentimenti dalla mente in veglia, ma sono piuttosto una finestra sull’inconscio".
Nelle sue opere, proprio come nei sogni, l'utilizzo degli agenti chimici fa perdere il controllo e le figure compongono significati diversi per chiunque le guardi. La classica cornice bianca che protegge l'immagine, come un vestito protegge un corpo vulnerabile, viene tolta per spostare l'attenzione dall’oggetto di culto che è la polaroid, al reale contenuto dell'immagine, perché quello che interessa maggiormente è la carica inconscia che l’immagine porta con sé.
Gesti tangibili di rielaborazione artistica che rimandano a un’intera nuova generazione di fotografi che rivendica l'intervento artistico sull’immagine pur attraverso mezzi che spesso nascondono la “mano dell'artista” La creazione di queste immagini porta le realtà interne della mente dell’artista a un livello cosciente; il loro significato viene decifrato in seguito dallo spettatore che non per forza avrà lo stesso punto di vista dell'artista e viceversa. Questo metodo di lavoro produce diversi livelli di significato, che racchiusi nell’opera creano un senso di connessione empatica, intuitiva e incosciente, fra l’artista e lo spettatore. Le immagini vengono sentite prima ancora che osservate.
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