Il punto di partenza per ogni quadro è un unico motivo di colore che aumenta la teatralità dell’opera. Tromp l’oeil, carte da parati, spazi prospettici e figure si sovrappongono per poi disintegrarsi in una pennellata e ricordare all’osservatore che la realtà della tela è una mera illusione.
Luoghi nati come imitazione della vita reale, carichi dell’aspettativa di una narrazione imminente ma che vivono sospesi in un limbo dove lo spettatore rimane intrappolato e i soggetti sembrano complici di questo inganno.
Seguendo il filo narrativo del precedente gruppo di opere; i
personaggi nei dipinti di Caroline Walker, si guardano l'un l'altro, attendono
una presenza invisibile, o si spiano come se si stessero osservando da diversi
punti di vista. Donne, soprattutto, attingendo agli archetipi femminili della
strega, impegnate in qualche pratica rituale, che si traduce nella fusione tra
reale e immaginario.
Una ricerca, terribilmente attuale, sul valore dello spazio e della figurazione nella pratica dell’arte contemporanea.