L’artista britannico porta a Milano una serie di nuovi
lavori, quattro dei quali realizzati appositamente per la mostra: dipinti ad
olio in bianco e nero che sembrano tratti da una raccolta di fotografie
utilizzate come prove in tribunale o da report di detective.
Lo spettatore, infatti, a prima vista li confonde con fotografie in bianco e nero, perché James White usa in pittura gli stessi strumenti applicati alla tecnica fotografica: semplici ombre, angoli smussati, leggere profondità di campo tipiche delle fotografie in primo piano.
James White lavora partendo da un’istantanea, magari presa di sfuggita, di un particolare di uso quotidiano come una lattina, un paio di occhiali, delle cuffie che, fissati su tavole di betulla, pennellata dopo pennellata assumono profondità e fascino grazie a contrasti di luci e ombre, bianchi e neri.
Il linguaggio degli oggetti - come scrive Martin Herbert nel testo in catalogo James White Paintings, appena uscito nel 2011 di Murray & Sorrell FUEL, realizzato anche grazie al sostegno di ProjectB -, parte dalla teoria della biografia dell’oggetto per cui la cultura si analizza a partire dai beni che produce cosi questi dipinti suggeriscono una figura assente che viene svelata dagli oggetti che non contano nella sua vita, ma sono proprio loro a interrogare lo spettatore su cosa nascondono.
James White vive e lavora a Londra
Tra le sue mostre: 2010 New Paintings, Max Wigram Gallery, London, UK; Realism- The Adventure of Reality (touring), Kunsthal Rotterdam (cat.) Keep Me Posted, Posted, London, UK; Dawnbreakers, John Hansard Gallery, Southampton, UK; 2009 Solo Project, Armory Show, New York, USA; c/o Gerhardsen Gerner, Berlin, Germany; Realism- The Adventure of Reality (touring), Kunsthalle Emdem and Kunsthalle der Hypo; Kulturstiftung, Munich, Germany.