DISPORTRAITS

settembre 2011

MATTHIAS SCHALLER

DISPORTRAITS

ProjectB presenta a Milano Disportraits, personale del fotografo tedesco Matthias Schaller.

In mostra sei opere della serie Disportraits: una rappresentazione della cifra stilistica dell’artista, da sempre incentrata sul tema “delle variazioni del ritratto”.

Una ricerca sul rapporto tra apparenza e realtà perché Matthias Schaller non ritrae mai direttamente la persona, ma rappresenta il suo sentito, il momento storico in cui vive o lo spazio fisico che ha occupato. La tecnica del ritratto viene svuotata del soggetto la cui assenza è colmata da riferimenti storici e artistici. 

L’artista esplora, nella sua visione suggestiva, la correlazione tra i concetti di distanza e spazio, presenza e assenza, e attraverso questi la condizione umana partendo da due momenti storici: la missione sulla luna del 1969 e le rivelazioni di Sidereus Nuncius del 1610, trattato di Galileo Galilei che contiene osservazioni rivoluzionarie sull’astronomia riscoperto da Schaller grazie alla pubblicazione di Horst Bredekamp in cui sono riprodotti i disegni artistici delle fasi lunari realizzate da Galilei stesso. 

Disportraits s’inserisce all'interno di questa poetica, dove lo spazio è il riferimento centrale. Da un lato l’uomo che per natura non si limita, è costretto per destino a crescere e immaginare fino a creare mondi che non esistono, spingendosi oltre il suo territorio nello spazio. Dall’altro investigando il potere di ciò che è stato lasciato alle spalle, e come le persone che hanno abitato gli spazi (siano essi palazzi o vestiti), lascino un silenzio, segno indelebile della loro presenza anche dopo molto tempo.

 Il prefisso dis accostato al termine portrait/ritratto esprime la mancanza di qualcosa: le tute degli astronauti – utilizzate per missioni russe e americane di proprietà di un collezionista di Milano - sono vuote e l'impressione del movimento -imitata dalle fasi lunari create digitalmente sui caschi - è data dalle diverse prospettive da cui l’artista scatta, muovendosi attorno al soggetto.

"Penso che la tuta da astronauta sia una metafora per gli esseri umani. Usando le tute posso dimostrare che siamo tutti astronauti, tutti soli, isolati gli uni dagli altri. E stiamo tutti cercando, attraverso forme di comunicazione verbale e non, di entrare in contatto con l'altro. Per non sentirsi soli. Ogni individuo è uno spazio con le sue regole, la propria storia e le relazioni con lo spazio al di fuori di sé."  Matthias Schaller

Il lavoro di Schaller ha quindi una dimensione storica: non gli interessa l’individuo, Disportraits è un ritratto del sogno condiviso dell’umanità che è già arrivata sulla Luna.